NEWS

“Liberami dal nulla”, Jeremy Allen White interpreta Springsteen

todayOttobre 11, 2025

Sfondo

La leggenda vuole che Bruce Springsteen non ami il suo soprannome più famoso, quello nato agli esordi quando raccoglieva e ridistribuiva i compensi della sua band, e diventato un suo secondo nome: The Boss.
Un’immagine da leader, da macho, dietro cui si cela un uomo che ha lottato con la depressione per la maggior parte della sua vita. Il momento in cui, dietro le quinte, si spezzò qualcosa è quello che racconta “Liberami dal nulla”, il film che arriva nelle sale il 23 ottobre.

Il film racconta il periodo tra l’81 e l’82 che portò a “Nebraska” e il Boss a deviare dalla sua traiettoria verso lo stardom, con una manciata di canzoni cupe e crude: il 24 ottobre l’album-capolavoro torna in una expanded edition di cui vi parleremo a lungo nei prossimi giorni.

Intanto c’è il film, presentato in Italia, con anteprime a Milano e Roma, dove erano presenti anche Jeremy Allen White, l’attore reso noto dalla serie “The Bear” che interpreta Springsteen, e Scott Cooper, il regista e autore della sceneggiatura tratta dall’eponimo libro di Warren Zanes.

Il Boss o Bruce?

“Liberami dal nulla” è il racconto del contrasto tra l’immagine pubblica e privata di una rockstar, del Boss sul palco e di Bruce, che in privato lotta con i suoi demoni, cercando di fare i conti con la memoria di un’infanzia segnata dai traumi familiari causati dal padre.

Una fase, quella tra “Nebraska” e “Born in the U.S.A.”, cui Bruce tiene talmente tanto da averne fatto il centro della sua autobiografia “Born to Run” — in cui rivelò la sua lotta con la depressione — e da aver partecipato attivamente sia al libro di Zanes che al film.

“Quando ci siamo incontrati, Jon Landau mi ha detto che era la prima volta in 50 anni che Springsteen cedeva il controllo della sua storia a qualcun altro”, racconta Cooper, che spiega di essere stato guidato dallo stesso Bruce nei luoghi in cui è cresciuto e si è svolta quella fase della sua vita: Colts Neck, Asbury Park, la casa d’infanzia di Freehold.

“Essere in grado di ricreare questo mondo con il suo aiuto, averlo con noi sul set, ci ha aiutato enormemente e credo ci siamo riusciti”, spiega. “Penso che abbia accettato di fare questo film perché quello è il suo album più personale, e questa storia aiuterà a capirlo meglio”.

Jeremy Allen White ha intenzione di usare la sua voce nel biopic su Springsteen (ma non ha ancora incontrato il Boss) | Rolling Stone Italia

Bruce o Jeremy?

Un enorme aiuto da parte di Springsteen significa anche un’enorme pressione per portare sul grande schermo un’icona, in maniera credibile: il risultato è una storia potente, un film che è più sull’uomo che sul musicista.

La storia, ovviamente, romanza un po’ una vicenda che i fan conoscono bene, ma senza spettacolarizzarla troppo e rispettando la sostanza del percorso artistico di Springsteen — e infarcendola anche di piccoli dettagli che gli stessi superfan riconosceranno e apprezzeranno.
I momenti musicali sono relativamente pochi nell’economia della storia, ma Jeremy Allen White è superlativo nel restituire uno Springsteen riconoscibile e credibile sia come persona, sia come performer, senza diventare un imitatore-macchietta stile “Tale e Quale Show”.

“Ammiro il coraggio di Springsteen”, racconta Allen White, ricordando quando l’ha incontrato per la prima volta a Wembley, poco prima di un concerto. “Mi ha intimidito, in un certo senso, sapendo che dopo qualche mese avrei dovuto cercare di catturare un po’ di tutto quello che vedevo sul palco. Ho scoperto che nei suoi spettacoli c’è una tale fisicità, quasi una violenza nelle sue esibizioni sul palco, ma anche una grande passione.

Conoscendolo e parlandogli ho scoperto una gentilezza e una presenza reale. C’è stata un’enorme dose di coraggio in quella fase della sua vita, per essersi appoggiato e aver chiesto aiuto a chi gli stava vicino. E coraggio oggi, per aver permesso a me e a Scott di mettere le mani sulla sua vita, per un momento”.

Scritto da: Redazione RCC